Nella vasta regione della Valle del Sacco, i cittadini stanno vivendo un periodo di stanchezza e frustrazione. Non è una sensazione nuova, né un’emozione sorta dall’oggi al domani. È piuttosto un sentimento radicato nel susseguirsi degli anni, alimentato da una serie di promesse vuote e da progetti che rimangono in sospeso. L’ombra di un passato industriale imponente, insieme agli intricati problemi legati al SIN, hanno creato una situazione in cui le aspettative, spesso elevate, si scontrano con una realtà di stagnazione e lentezza nell’azione. La giostra dei proclami sembra girare senza sosta nella Valle del Sacco.
Ogni nuovo governo, regionale o nazionale, apporta con sé l’entusiasmo di una nuova era per la regione. Si parlava di bonifiche complete, di azioni decisive per risanare l’ambiente, di soluzioni radicali per porre fine ai problemi legati al SIN. Eppure, nel corso degli anni, queste parole spesso si sono rivelate essere come foglie portate via dal vento, fragili e temporanee. L’entusiasmo suscitato da ogni nuovo inizio, tuttavia, è stato costantemente scalfito dall’assenza di azioni tangibili.
Le Commissioni, i comitati di indirizzo, i progetti di studio ecc., che spesso si formano in questo contesto, sembrano proliferare come funghi dopo la pioggia, ciascuno con la promessa di affrontare le sfide di questo martoriato territorio. Ma nel lungo elenco di incontri, discussioni e dichiarazioni d’intenti, l’azione concreta è spesso latente, un’ombra evanescente che sembra sfuggire dalla presa delle mani. E mentre i governi si susseguono, le riunioni si tengono e le parole vengono pronunciate, la gente della Valle del Sacco guarda con crescente scetticismo.
Le voci di queste promesse, ripetute nel tempo, perdono il loro peso, poiché la realtà delle loro vite non cambia significativamente. L’indignazione cresce davanti a questo ciclo senza fine, che sembra ruotare attorno al problema senza mai affrontarlo davvero. Il problema si radica anche nel fatto che, al di là delle promesse, ciò che manca è un coinvolgimento autentico e duraturo della comunità. Le decisioni spesso sembrano essere prese a porte chiuse, le azioni intraprese sembrano non tener conto delle voci e dei bisogni reali delle persone che abitano la Valle del Sacco. La mancanza di trasparenza e di partecipazione può solo alimentare la sfiducia e la sensazione che, nonostante tutto, le vere vittime rimangano inascoltate.
Ma in questa commedia politica, c’è un attore che sembra recitare una parte sempre uguale: i finanziamenti. Sì, quelle centinaia di migliaia di euro che appaiono come la bacchetta magica in grado di risolvere ogni problema.
Ma, un attimo: i finanziamenti! Quante volte abbiamo sentito questa parola, quante volte è stata declamata come la chiave per risolvere tutto? È come se vivessimo in una sorta di gioco delle tre carte, dove il “presto, un finanziamento!” è l’asso nascosto sotto uno dei tre bussolotti. Ma alla fine, quando solleviamo quel bussolotto, ci accorgiamo che l’asso è solo un pezzo di carta. E mentre le cifre astronomiche vengono gettate in aria come coriandoli festosi, la realtà delle persone che abitano il nostro territorio resta intatta.
Ci hanno promesso finanziamenti per affrontare le sfide ambientali, per risolvere le criticità territoriali, per migliorare la vita di chi vive qui. Eppure, nel bel mezzo di questa pioggia di denaro virtuale, il cittadino comune si guarda attorno e si chiede: dov’è il cambiamento tangibile? Dove sono le azioni che migliorano la mia vita di tutti i giorni? E allora, tra un finanziamento e l’altro, tra una promessa e l’altra, ci si accorge che c’è qualcosa che non torna.
Non vogliamo fraintenderci, il denaro è importante e necessario. Ma forse, tra tutti questi numeri che
volteggiano nell’aria, ci vorrebbe un po’ più di concretezza. Centinaia di migliaia di euro su un foglio sono una cosa, ma vedere quei soldi tradotti in opere, in interventi reali, è un’altra storia. È come se stessimo guardando una magia da lontano, ma il trucco ci sfugge ogni volta. E così, mentre ci perdiamo tra annunci, e proclami, la Valle del Sacco resta lì, immobile nella sua attesa.
È vero, sono stati fatti passi avanti, progetti sono stati avviati, ma la realtà del SIN è ancora lì a sfidare ogni annuncio e dichiarazione. Perfino l’ideale di un intervento sinergico tra istituzioni sembra quasi un trucco da prestigiatore, un gioco di parole che ha bisogno di una traduzione concreta. Quindi, forse è arrivato il momento di guardare oltre le parole, di smettere di giocare a nascondino con i finanziamenti e di tradurre tutto questo in azioni reali. Il cittadino della Valle del Sacco non ha bisogno di ulteriori annunci, ha bisogno di vedere il suo territorio diventare un luogo migliore, concretamente.
CORRELATI
Settembre 13, 2023